È salva la gattina dispersa sulla metro di Roma, anche se il lieto fine lascia dell’amaro in bocca
Si aggirava disorientata tra i vagoni della metro B, la gattina che a fine aprile ha tenuto col fiato sospeso migliaia di residenti della capitale, tra pendolari e utenti social allertati dalla catena di annunci che avvertivano del pericolo in cui la piccolina poteva incappare se nei vari spostamenti fosse finita tra i binari.
La vicenda
La piccola viaggiava con la sua umana, una ragazzina di 14 anni di origine sudamericana, all’interno di un trasportino. Si ipotizza che questo, probabilmente difettoso, si sia aperto accidentalmente e nel caos della folla di passeggeri nessuno si sia accorto che la gattina non era più nell’abitacolo.
L’episodio risale presumibilmente al 24 aprile scorso, giorno in cui sono di fatto iniziati gli avvistamenti della piccola Yuna – questo il nome della gatta, riconoscibile da un fiocchetto color lilla al collo – che da sola vagava spaventata sul treno; per diversi giorni a nulla sono serviti gli appelli mediatici dei pendolari che ne segnalavano la presenza tra i vagoni, o degli utenti social che a loro volta – seguendo con trepidazione la vicenda – condividevano le segnalazioni, anch’essi preoccupati che se non fosse stata in qualche modo recuperata, la piccola avrebbe potuto essere investita da un treno.
Pericolo scampato!
Finché il 30 aprile, la sezione romana di ENPA, l’organizzazione no profit di volontari che fin dall’inizio si è mobilitata senza sosta nelle ricerche, ha pubblicato un messaggio ricevuto in forma anonima da un ragazzo che rassicurava tutti sulle condizioni della micetta dispersa, evidentemente presa in custodia in uno dei giorni successivi allo smarrimento, e rendeva nota la sua decisione di accudirla amorevolmente in via definitiva nella propria casa insieme ad altri gatti di sua proprietà.
“Sono il ragazzo che ha trovato e salvato la piccola gattina in metropolitana e che oggi si chiama Lola. Quando l’ho trovata era visibilmente provata, molto magra, affamata e in evidente stato di bisogno. Già il giorno successivo al suo ritrovamento, è stata portata dal veterinario per una prima visita di controllo e per verificare se avesse un microchip (non ce l’ha). Le è stato somministrato il vermifugo e ora, con un po’ di pazienza e tanto amore, si sta riprendendo. La gattina è al sicuro, amata, accudita e vive in casa circondata da altri gattini.”
Sicuramente rasserena la notizia che la gattina, da egli ribattezzata “Lola”, stia bene e sia seguita con le dovute cure e attenzione. Solo lascia perplessi il fatto che non sia stato possibile restituirla alla precedente proprietaria, che indubbiamente avrà risentito dell’accaduto. Secondo le testimonianze, infatti, delle persone a lei vicine con cui nel frattempo si è riusciti ad entrare in contatto, per lei la gattina era una compagna irrinunciabile.
L’adozione di Yuna
La ragazzina, a quanto si apprende, aveva avuto la piccola da alcuni volontari romani che aveva conosciuto e i quali, certi che una famiglia motivata e devota come quella della quattordicenne avrebbe senz’altro giovato alla gatta, avevano acconsentito ad affidargliela. E così è stato perché la giovane, sempre in base alle ricostruzioni della vicenda, pare che amasse la micetta incondizionatamente. Ogni giorno inviava filmati che la ritraevano sana e felice ai ragazzi da cui l’aveva adottata.
Un lieto fine a metà
Che le barriere linguistiche abbiano giocato un ruolo determinante nella denuncia tardiva da parte della famiglia alle autorità? Un’ipotesi certamente non da scartare, sebbene queste ultime, in ogni caso, si sarebbero chiamate fuori dichiarando il caso non di propria competenza. E non stupirebbe sapere che al momento la povera ragazza non si dia pace per l’intera vicenda, soprattutto in virtù di un epilogo che vede la gattina sì in buone mani, ma non più le sue.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia