‘Con loro sento di avere tutto’: Giandomenico e la sua opera del cuore verso i cani bisognosi

Per fortuna capita sempre più spesso di conoscere storie capaci di rinfrancarci l’anima. Storie come quella di Giandomenico, 30 anni, massiofisoterapista di Cerenzia (Crotone), che otto anni fa incontrò a Montescuro un cane abbandonato che gli avrebbe cambiato la vita.

Facevo il cameriere ed eravamo in piena stagione. Una cagnetta venne da me, non so per quale motivo. Forse presagì che l’avrei aiutata. Appariva morta di fame, malconcia, triste, disorientata. Mi entrò nel cuore, le procurai del cibo e infine l’adottai. Questa è la storia di Zoe. Molto più in là, con mia madre trassi in salvo una femmina di Corso abbandonata ed irrequieta che non voleva farsi avvicinare. Con calma e pazienza la rassicurai e la tenni con me. Dopo qualche mese, la portai in provincia di Bolzano, da una famiglia stupenda cui era morto un cane. Questi signori non volevano un sostituto, ma dopo un po’ si innamorarono della povera sventurata, la vollero a casa e la chiamarono Karma, non a caso. Ogni tanto vado a trovarli ed è una festa bellissima: loro sono felici, Karma fiuta il mio arrivo e comincia a correre ed abbaiare come se stesse ballando e cantando. È incredibile il sesto senso degli animali e ci fa riflettere su come siamo ormai ridotti, chiusi nella mondanità, nell’egoismo e nell’indifferenza del presente.

Con loro sento di avere tutto Giandomenico e la sua opera del cuore verso i cani bisognosiOggi Giandomenico dedica tutto il suo tempo libero ai suoi amati cani (una quarantina di randagi trovati in condizioni di salute precarie e ai quali ha garantito cibo, assistenza e una dimora sicura) già dalle 5 del mattino, ora in cui si alza per accertarsi che stiano bene ed offrire loro la sua compagnia prima di prepararsi per andare al lavoro. Al ritorno, neanche a dirlo, si precipita subito dai suoi amici a quattro zampe per preparare loro il pasto serale. Ma non prima d’aver prestato, se necessario, le dovute cure igienico-sanitarie.

Vado a dormire più o meno a mezzanotte, perché i cani sono parecchi e non posso trascurarli. Nel tempo residuo, mi dedico alla coltivazione di ortaggi e consumo ciò che produco. Spendo i miei soldi per quest’opera del cuore e per ricuperare la colonica qui accanto [una colonica riscattata dai parenti e che sta cercando ristrutturare con i suoi risparmi, NdR]. Nei fine settimana parto spesso per il Nord. In diverse città calabresi prelevo dei cani da affidare in adozione. Arrivo la domenica mattina a Bolzano, a Genova, a Milano e non solo. È la staffetta cui partecipo con altri volontari: viaggio con un camioncino, consegno i cani al nuovo padrone, rientro in Calabria, riprendo il mio furgone e rincaso. Sono almeno 2500 chilometri ogni volta.

La svolta per “quest’opera del cuore“, come la definisce lui, si è avuta quando, a seguito della pandemia e della ridotta libertà di movimento, Giandomenico – non riuscendo più a prendersi cura dei cani abbandonati come fino a quel momento aveva fatto – decise di portarli con sé nella proprietà di campagna della sua famiglia, dove vive da solo all’interno di una roulotte.

Scelsi di trasferirmi in questo posto e mi rimboccai le maniche. Grazie all’aiuto di papà e mamma, realizzai spazi adeguati e una recinzione a prova di cinghiale. Con tanto sacrificio, creai le condizioni per rimanere a San Lorenzo insieme ai cani, una decina, che custodivo nel garage della casa dei miei genitori. Poi ne ho accolto molti altri. Da me è un viavai di cani, tra quelli che ricevo, quelli che recupero in giro e quelli che dono a persone sensibili. Credimi, sento di avere tutto: la gioia, la terra, un compito definito e una pienezza indescrivibile.

Giandomenico non fa mistero del suo particolare feeling con i suoi cani, con i quali sente di “avere tutto” ciò di cui ha bisogno per essere felice. Anche un invidiabile dialogo che travalica i limiti della parola e che non gli fa minimamente pesare il dover rinunciare alla classica routine quotidiana cui noi tutti siamo ormai da tempo assuefatti. A lui non resta molto spazio per amici o uscite mondane, né per dedicarsi a particolari ambizioni personali, ma non gli importa. Gli basta poter coltivare i suoi ortaggi e guadagnare quel tanto che gli consenta di vivere ed occuparsi di queste creature bisognose. Per loro svolge persino un servizio di soccorso gratuito insieme ad altri volontari cinofili provenienti da tutta Italia.

Abbiamo costituito una grande rete di solidarietà. C’è chi mi spedisce sacchi di croccantini; chi mi rimborsa parte delle spese affrontate per il cane che ha adottato; chi, con piccole ma utili donazioni, sostiene nel silenzio i nostri sforzi quotidiani. Non faccio conti. A livello economico ci perdo sempre, ma vengo compensato dall’affetto degli animali che vedi qui attorno.

Fonte: Corriere della Calabria

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